PAROLE DI CARTA_50.COM
rassegna organizzata e curata da quarantaduelinee con il patrocinio del comune di mogliano veneto

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Ricordi, memorie, testimonianze dentro alla letteratura e fuori: Adriano Màdaro, giornalista e scrittore, a oggi tra i massimi esperti mondiali di Cina, che conobbe Giovanni Comisso durante gli anni Sessanta quando, da universitario a Urbino – dov’era studente di Carlo Bo -, si avvicinò allo scrittore trevigiano e con lui percorse un pezzo di strada. Il loro fu da subito un sodalizio tra apprendista e “maestro” (come ancora Màdaro ama chiamarlo): Comisso fu il mentore in anni di esplorazione di un panorama che stava mutando, nel post boom economico e verso il 1968, e di un Veneto che si avviava a diventare parte di una contemporaneità probabilmente indecifrabile.
Un ritratto in primo piano quello che emerge anche dal libro di Màdaro L’ultimo Comisso (editore Matteo 1989) che, proprio quest’anno, festeggia i trent’anni dalla sua pubblicazione mentre ricorre il cinquantesimo dalla scomparsa di una delle voci più significative del nostro territorio, venuta a mancare appunto il 21 gennaio 1969. Sono trame di vite legate alla parola, e di due figure che riconoscevano una fiducia reciproca nello scambio culturale e di esperienze diverse; la presenza di uno per l’altro, e le differenti generazioni di provenienza, fanno riflettere sul rapporto allievo-insegnante, che non si esaurisce nella dimensione delle istituzioni ma si rivela dall’esterno. Quelli che Adriano Màdaro restituisce sono i tratti di un “personaggio” che ha saputo narrare la propria terra di nascita e dimostrarsi tra i suoi principali interpreti.
Un incontro, nell’appuntamento pensato da quarantaduelinee | circolazione culturale, con il tempo e con la storia, soprattutto con l’umano che volge anche verso altre storie, altri luoghi.

Adriano Màdaro,
giornalista, scrittore e sinologo, vive e lavora tra Treviso e Pechino. È membro del Consiglio direttivo permanente dell’Accademia Cinese di Cultura Internazionale con sede a Pechino, membro del Consiglio direttivo del Ce.Ve.Sco (Centro Veneto Studi sulle Civiltà Orientali) dell’Università di Venezia e Presidente della Italy-China Museums Alliance. Autore di 20 libri sulla Cina e Paesi limitrofi (Mongolia, Coree, Giappone), curatore delle Grandi Mostre sulla Cina e la Via della Seta ospitate a Casa dei Carraresi di Treviso tra il 2005 e il 2015, è “visiting professor” all’Università di Giornalismo di Pechino. È inoltre curatore della Collezione d’Arte Moderna Cinese “Contemporary China” del progetto Imago Mundi di Luciano Benetton

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Il viaggio letterario di Nicola De Cilia è simile al vagabondare caro ai romantici, ma porta in sé anche qualcosa di corsaro. Al modo dei naviganti, che avanzano saggiando punte, isole, promontori, si basa sull’antica concezione per cui s’impara più per vie traverse che non per la via breve. Deviazioni improvvise, scarti, sentieri poco battuti o perfino interrotti riservano sorprese smaglianti.
Così anche in questa cronaca di viaggio sulle orme di Giovanni Comisso: scrittore legato come pochi altri alle terre dove è vissuto, da lui filtrate attraverso lo sguardo, ma anche i pori della pelle, l’udito, gli odori, il gusto, in una sorta di fotosintesi tra emozioni, natura, eros. Un’osmosi perenne che coinvolge corpo, mente, luoghi, consumandosi nella creazione del panorama dentro alle pupille dei suoi occhi. La pianura trevigiana e il Piave, innanzi tutto, quindi il Friuli nell’esperienza di guerra, poi Fiume e Chioggia, fino alla lunga sosta nella ‘sua’ casa di campagna, a Zero Branco; sosta inframmezzata da lunghi viaggi in altre terre, lontane e vicine. Queste, le ‘geografie’ qui restituite in una sorta di scrittura a specchio – da e verso Giovanni Comisso – e così pure nelle fotografie che la intervallano, partecipi. Passo dopo passo, il lavoro degli occhi e il vigile ascolto del ‘sonoro interno’ divengono scoperta e conoscenza – non da ultimo, di sé

Nicola De Cilia
Treviso, 1963
Insegna lettere al Liceo Berto di Mogliano Veneto
Collaboratore de Lo Straniero, scrive su Gli asini, riviste dirette da Goffredo Fofi.
È autore di un’inchiesta su educazione e rugby, Pedagogia della palla ovale, edizioni dell’asino, 2015 e del romanzo Uno scandalo bianco, Rubbettino, 2016. Ha curato un’antologia dedicata a Giovanni Comisso, Viaggi nell’Italia perduta, edizioni dell’asino, 2017, e due libri di Nico Naldini, Alfabeto degli amici, l’ancora del mediterraneo, 2004 e Come non ci si difende dai ricordi, Cargo, 2005.
Nel 2018, ha pubblicato con Ronzani Editore, a cura di Maria Gregorio, la raccolta di saggi Saturnini, malinconici, un po’ deliranti. Incontri in terra veneta.